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Vietnam Napalm foto di N. Ut |
L’8
giugno 1972 nel Sud Vietnam, il fotografo Nik Ut, dell’Associated
Press, scatta una foto di straordinaria forza espressiva.
Essa raffigura un
gruppo di bambini in fuga dopo un bombardamento al napalm sul
villaggio di Trang Bang, a circa 40 chilometri da Saigon.
La forza della foto
sta nella corsa disperata dei bambini terrorizzati davanti ad un
gruppo di soldati che non li prende neanche in considerazione e non
pensa al disastro che il loro esercito ha provocato, cosa che si
intuisce guardando la cortina di fumo scuro sullo sfondo.
Tra i bambini in fuga
una ragazzina, interamente nuda, ustionata dal napalm. L'autenticità
delle immagini è indiscutibile secondo la testimonianza della
vittima e del fratello, oltre a quella del fotografo. Queste
testimonianze sono, probabilmente, frutto di una relazione
amichevole, tra soggetto ed operatore, proseguita per oltre
trent’anni.
Tuttavia la messa in
scena della fotografia è probabile. La indubbia grande bravura di Ut
sembra essere collegata al suo tempismo, al senso dell’inquadratura,
ma anche alla capacità di negoziare con i colleghi, i soggetti
ritratti, aiutato, forse, dal fatto di essere vietnamita e di parlare
la lingua dei presenti.
E’ probabile dunque
che questo famoso scatto, pur così autentico e certificato in modo
così inusuale dalla testimonianza fornita direttamente dalla
protagonista, sia il frutto di una mise-en-scène.
Autenticità e messa
in scena sono qui intrecciati in modo indissolubile e rimandano alla
possibilità stessa del rappresentare per via fotografica. Quasi che
una messa in scena sia sempre necessaria e che sia sempre doveroso
negarla.
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